Di Admin (del 05/07/2012 @ 15:16:40, in INTERNET TV, linkato 1834 volte)
FIRENZE, 4 e 5 LUGLIO.
ORGANIZZATO DA AST IN COLLABORAZIONE CON LSDI E DI.GI.TI
DUE GIORNI DI INCONTRI SUL GIORNALISMO DIGITALE.
Nuove imprese, nuove testate giornalistiche, nuove regole e nuove risorse, nuove professionalità e nuovi modi di fare informazione. A 15 anni dall'inizio dell'era digitale Firenze a ospita il primo evento nazionale dedicato al giornalismo digitale in Italia, un appuntamento che si rivolge non solo agli addetti ai lavori ma a tutti coloro che considerano l'informazione come un bene comune e che intendono approfondire le questioni del rapporto tra informazione, economia e società al tempo del web 2.0. Dig.It – così si chiama la due giorni – è in corso all'Auditorium di Santa Apollonia ed è un'iniziativa dell'Associazione Stampa Toscana in collaborazione con Digiti e Lsdi, con il patrocinio della Regione Toscana, della Provincia di Firenze e dell'Università degli Studi di Firenze.
Giornalista, allevatore di maiali e taglialegna: i lavori reietti secondo il Wsj.
C’era una volta il mito del reporter da Watergate: per la classifica “careerCast.com”, pubblicata dal Wall Street Journal su dati del Bureau of Labor Statistics e di altri istituti di ricerca statunitensi, fare il giornalista di carta stampata porta dritto al centonovantaseiesimo posto tra le duecento professioni censite (criteri: livello di stress psicofisico, guadagno e appetibilità sul mercato del lavoro). Dopo il giornalista di carta stampata, appaiono in lista solo il lavapiatti, l’operaio su piattaforma petrolifera, il soldato arruolato, l’allevatore di maiali e il boscaiolo-taglialegna, ultimo classificato (roba da far impennare il narcisismo da mestieraccio ingrato: lo vedi, alla fine lo considerano lavoro di fatica pesante, pure se è sempre meglio che lavorare). “Non tutti i lavori sono creati uguali”, dice l’articolo del Wall Street Journal, esaltando l’incredibile leggerezza dell’essere ingegnere informatico, primo classificato con lode: ottimi introiti, orari flessibili, soddisfazione, scrive la giornalista Lauren Weber, chissà con quanta amarezza in corpo – l’ingegnere, infatti, non è seguito in classifica da alcun impiego anche solo vagamente connesso con la professione reporter. Anzi: al secondo posto compare il contabile, seguito dall’igienista dentale (ma siamo in America) e dal manager di risorse umane, cosa impossibile a capirsi in tempi di crisi e licenziamenti, se l’appetibilità della professione censita è legata soprattutto al livello di stress, ma facilissima a capirsi se l’appetibilità è legata alla domanda di tagliatori di teste. Sbirciando oltre, compaiono, nei primi dieci posti, il trovatore di pubblicità online e tutta una serie di terapisti e fisioterapisti, logopedista in testa. Il magistrato (ma siamo in America) conquista un misero sessantaduesimo posto, dopo il libraio e prima del tecnico esperto in condizionatori d’aria e riscaldamenti. Né si può più dire, così, da piccoli, “mamma voglio fare il pilota” (centoquattresimo posto), la stilista (centotrentatreesimo posto), il marinaio (centocinquantaduesimo posto), l’artista (centesimo posto). Gli statistici citati dal WSJ non riconoscono al giornalista, al soldato, all’allevatore di maiali, al lavapiatti e al taglialegna lo status di professione usurante (e/o avventurosa). Tantopiù si resta di stucco a leggere l’intervista al taglialegna trentenne Kirk Luoto, di stanza in una foresta, “consapevole”, scrive la giornalista, “di rischiare la vita ogni singolo giorno”, ma felice, perché odia i cubicoli e le scrivanie, lui (noi neanche quello, reietti e comodoni).
“E’ in atto, utilizzando le possibilità del web, la più insidiosa delle manovre contro la professione di giornalista organizzata con l’Ordine, la deontologia, la formazione continua, l’ancoraggio alla Università e l’esame di Stato. Ne sia consapevole il sindacato. Se gli editori vincono, avremo un mondo dell’informazione senza regole, senza Cnlg e sostanzialmente selvaggio. La figura del giornalista/mediatore intellettuale non può essere cancellata. Tutti giornalisti grazie a internet? Chi dice questo inganna i giovani e li avvia verso il precariato perenne".
nella foto : "il grande" Indro Montanelli
commento di Saverio Paffumi e Maurizio Bekar
L’iniziativa era annunciata in pompa magna in prima pagina: “Repubblica lancia l’Academy per reclutare videomaker”. E a seguire l’incitamento “Siamo tutti reporter: cittadini-testimoni con telecamere e smartphone per documentare eventi e abusi. I reportage selezionati saranno pubblicati sul sito e retribuiti”. (Repubblica.it, 11 aprile 2012). In un primo tempo la retribuzione veniva precisata in un “importo lordo minimo di Euro 5,00 (cinque/00) per ciascun Filmato che sarà stato selezionato dalla Società". Poche ore dopo la cifra è scomparsa, lasciando spazio a un concetto molto più vago: “In caso di selezione del Filmato ed esercizio dell'opzione di cui al precedente art. 1.1. e solo nei casi in cui sia previsto un corrispettivo per l’acquisto (c.d. Call a pagamento), su specifici ingaggi, verranno valutate specifiche retribuzioni variabili a seconda del video richiesto”. Il responsabile del progetto specificava quindi in una nota in coda all'articolo di presentazione che c'era stato un errore materiale, pubblicando delle condizioni standard usate in altri contesti, ma che “non si è mai applicata in alcun modo ai video di Reporter raccolti da Repubblica” e che per quanto riguarda l'iniziativa di Reporter “in ogni caso non si tratterà mai di somme minime come cinque euro”. Incidente chiuso? Tutt'altro: innanzitutto sulla Rete continua a girare l'idea che l'importo dei 5 Euro (lordi...!) sia stato cancellato solo per la reazione che l’“idea” di Repubblica aveva immediatamente scatenato proprio sul web, e in particolare nel mondo dei giornalisti freelance e precari, fra cui si contano anche tanti “videomaker”.
Inoltre, spulciando tra le contraddittorie note di presentazione e complessi termini contrattuali, si apprende che a venir proposti per una retribuzione, per quanto vaga, saranno solo alcuni dei video selezionati dalla redazione, e non tutti quelli pubblicati. Ma che tutti i video inviati saranno sottoposti dall'Editoriale L’Espresso ad un'opzione per ben 5 anni... per poter essere eventualmente selezionati e poi retributi ! Quindi, detta in altre parole: anziché assumerne un po’, o dare maggior dignità a un buon numero di contratti precari, il giornale di Piazza Indipendenza sembra aver trovato (o copiato) la maniera di far lavorare gratis un bel po’ di aspiranti reporter. Per fare cosa? Per riempire di contenuti un sito, R.it/Reporter (http://reporter.repubblica.it) e selezionare i fortunati che potranno accedere alla Repubblica Academy, una sorta di Olimpo dove sotto la supervisione di Paolo Sorrentino (“regista del Divo e di This Must Be the Place”) si terrà “un corso avanzato di videogiornalismo in circa sei mesi, che si ripeterà ogni anno”. Inoltre, essendo evidente la speranza di Repubblica che i filmati giungano numerosi, quanti di questi verranno effettivamente “selezionati” e poi retribuiti, e per quale importo ciascuno? Questione non oziosa: infatti c'è un'altra clausola del contratto (art. 4, comma 1) che specifica che tali importi verranno liquidati solo quando supereranno i 200 Euro (o loro multipli). Il che significa che se un filmato venisse “selezionato” per la retribuzione di 100 Euro, il suo autore non verrebbe pagato fino a quando non supererà almeno un credito di 200 Euro. E quindi, potenzialmente, anche mai... E, dulcis in fundo, si potrà venir pagati solo tramite conto PayPal (“Non potranno essere effettuati pagamenti ad utenti sprovvisti di account PayPal”, art. 4 comma 2 dell'accordo). Un bonifico bancario o un assegno proprio no? Ma gli aspetti retributivi e la corsa ad ostacoli per i pagamenti non chiudono tutte le questioni in ballo. Il problema vero è che in nome di una presunta libertà (siamo tutti videoreporter) si trova il modo di far lavorare gratis giovani legittimamente speranzosi di diventare “davvero” videoreporter. Il loro entusiasmo servirà a riempire di contenuti gratuiti siti, web TV ecc. ecc., contenuti che prima o poi grazie ad azioni di marketing svariate e creative serviranno a rastrellare soldi... Dove andranno a finire questi soldi? Non nelle tasche di chi ha lavorato nella fabbrica delle illusioni, questa è l'unica cosa certa ed è l'aspetto davvero inaccettabile di queste operazioni: è un sistema perverso che mette gli uni contro gli altri sovrapponendoli in una serie di “classi” post marxiane giornalisti contrattualizzati, giornalisti precari, collaboratori esterni, ragazzi-parja a caccia di illusioni. E l'aspetto davvero terribile del problema è che sollevando obiezioni a questa "filosofia", già teorizzata dall’editore De Benedetti al Congresso FNSI del 2011 (prestazioni gratuite o a bassissimo costo in cambio di “visibilità”) si corre il rischio di essere tacciati di corporativismo bieco e di conservatorismo liberticida. Si rischia perfino di essere accusati dagli stessi ragazzi che vorrebbero partecipare allo “sballo” del “siamo tutti reporter” ! Che modelli di business di questo tipo siano tentati da soggetti come l’Huffington Post (poi citato in giudizio da migliaia di blogger che avevano contribuito gratis ai guadagni milionari della sua fondatrice), o da alcuni social network, potrà anche essere fisiologico, nel corso di una rivoluzione tecnologica planetaria come quella che stiamo attraversando, che come ogni rivoluzione avrà bisogno di assestamenti. Ma che una delle principali testate del giornalismo italiano promuova la chimera del “siamo tutti reporter”, scopiazzando idee che appaiono già vecchie e controproducenti è davvero grave e stupefacente. Proprio chi più ha contribuito ad accrescere il prestigio della professione, dovrebbe ergersi a difesa della stessa, non lanciarsi in una sorta di cupio dissolvi: “tutti o nessuno” come si sa spesso infatti coincidono. E il concetto di “libertà” non può essere speso arbitrariamente in operazioni che appaiono almeno dubbie, da un punto di vista etico e deontologico. Altro che “equo compenso”! Ma come si è visto dalle reazioni immediate sul web, la rete ha i suoi anticorpi. Forse i giovani che legittimamente aspirano a intraprendere la nostra professione, sono meno ingenui di quel che pensano certi editori e certi autorevoli colleghi. Il Festival del Giornalismo di Perugia potrà già essere una prima occasione di riflessione su questi temi? È quello che auspichiamo.
Saverio Paffumi e Maurizio Bekar (della Commissione nazionale lavoro autonomo Fnsi)
articolo dell' 11 aprile 2012
ODG: VIDEOMAKER? REPUBBLICA COINVOLGA ISCRITTI.
GHIRRA: DISTINGUERE CITIZEN JOURNALISM E ATTIVITÀ PROFESSIONALE.
Asr: “ACADEMY DI REPUBBLICA: GIORNALISMO PARTECIPATIVO O MARKETING?”
Di Admin (del 04/03/2012 @ 15:56:42, in INTERNET TV, linkato 1617 volte)
22 Febbraio 2012:
5 anni di nostra attività sul web,nel nuovo mondo del web dopo 25 lunghi anni di attività nelle tv private. Un nostro amico ci disse tempo fa “ private? Si, private quasi di ogni mezzo e sostentamento. Ma come fate?” Abbiamo sempre operato da giornalisti liberi ed indipendenti. La nostra forza ètutta qua, nel coraggio. Duro resistere senz’altro ma con costanza e tenacia siamo riusciti a concludere questo primo lungo step. 5 anni nel mondo di Internet sono tanti. Tutto il giornalismo è cambiato, giusto o sbagliato che sia, grazie ad Internet. In modo irreversibile, certo. Mantenere indipendenza e tradizione senza farci prendere dalle mode di rinnovamento ad ogni costo,questa la sfida nostra per l’immediato futuro. Nessun aiuto da parte dello Stato. Questa costante prima o poi dovrà cambiare. Perchè ai fogli di partito con tirature gonfiate arrivano fior di milioni di contributo statale e ad altre iniziative niente?Anche questo dovrà cessare. Trenta anni fa fummo pionieri nelle tv private. La nostra battaglia contro editori che pensavano alla tv come un mezzo per guadagnare sfruttando le persone aiutò poi molti giovani all’inserimento con contratti di lavoro decenti. La battaglia che portiamo avanti ora è più difficile ancora. Evitare che tutto si deprezzi,che in nome di una democraticità del vivere esasperata ed al ribasso tutto si possa confondere in una melassa indistinta e senza valore. Ci attende un’impresa titanica: mantenere diritta la barra. Anche il sindacato dei giornalisti alle prese con la grave crisi occupazionale del settore dovrà porre maggiore attenzione al mondo del web. Quando iniziammo l’avventura ( 5 anni fa ) era ancora debole, oggi invece l’universo dei web- giornalisti un movimento in forte crescita, alla ricerca di una propria precisa indentità. Non necessariamente al rimorchio dei soliti editori pigliatutto.
Dopo5° anni di attività possiamo dichiararci soddisfatti dei 3 milioni e mezzo di visitatori avuti, ai quali promettiamo impegno,costanza e fiducia in un cambiamento del settore non più rinviabile. E andiamo avanti.
Di Admin (del 01/11/2011 @ 21:41:18, in INTERNET TV, linkato 1921 volte)
ABBIAMO RAGGIUNTO I TRE MILIONI DI VISITATORI !!!!!!!!
Per gli amanti delle statistiche, da zero a 1 milione di utenti dal 22-2-2007 al 8-3-2010
Da 1 milione a due milioni dall’8-3-2010 al 27-2-2011
Da due milioni a tre milioni dal 27-2-2011
Un grazie a tutti coloro ( oggi 1 Novembre 2011 appunto sono 3 milioni ) che via via nel tempo si sono collegati a Videonewstv.
Una crescita di ascolto notevole dal momento che il primo milione fu raggiunto dopo 1099 gg di programmazione, il secondo dopo altri 354 gg ed il terzo solo dopo altri 241 gg.
A Voi amici, da parte nostra la promessa di un impegno costante nel tentativo di migliorare il sito pur in presenza di un momento generale economico finanziario da far paura, che tocca in negativo soprattutto il mondo dell’informazione - diviso tra chi prospera con organici numerosi ed ancora più pingui contributi statali - chi vivacchia solo con contributi statali ( stampa di partito incurante delle effettive vendite in edicola) e tutti gli altri che NON HANNO alcuna fonte di entrata da parte governativa( come noi e tutte le altre iniziative come la nostra) pur avendo gli obblighi anche deontologici.
Di Admin (del 02/03/2011 @ 21:53:20, in INTERNET TV, linkato 2085 volte)
Riceviamo e volentieri pubblichiamo(dal sito Associazione Stampa Toscana)
Si è svolto il 25 febbraio scorso, a Firenze, il primo incontro pubblico sul giornalismo e l’ editoria digitale in Toscana, organizzato dal gruppo Di.gi.ti. (giornalisti digitali toscani) e dall’ Associazione stampa toscana, presso la sede del sindacato giornalisti toscani (Ast). Un punto di partenza importante per approfondire la situazione del settore e capire quali sono i problemi reali e quale interventi possano essere messi in campo dal sindacato per difendere la dignità e il lavoro degli addetti del settore, indipendentemente dalla loro iscrizione all'Ordine dei Giornalisti, e per rafforzare la struttura industriale dell’ editoria digitale, non solo in Toscana. Non a caso all’ incontro del 25, ha partecipato anche un rappresentante dell’ Anso (Associazione nazionale degli editori online), Fabrizio Gherardi, dell’ esecutivo dell’ Associazione. Nel corso del dibattito, cui erano presenti oltre venti persone, in rappresentanza di altrettante testate online, è stato intrapreso un primo percorso di acquisizione e conoscenza delle molteplici esperienze giornalistico/editoriali realizzate e in corso di allestimento sul web toscano. Ogni collega presente ha raccontato brevemente le proprie esperienze, ha presentato il proprio lavoro e indicato i principali problemi che affliggono quotidianamente le redazioni on line. All'incontro mancavano però le voci dei giornalisti e dei responsabili delle redazioni online dei quotidiani tradizionali (Nazione, Tirreno, Corriere Fiorentino, Repubblica etc.etc): una lacuna che si spera di colmare in una prossima riunione, programmata per fine marzo-inizio aprile. Si è trattato di un incontro esplorativo, destinato prima di tutto a mettere a fuoco le questioni principali che caratterizzano il settore. Dagli interventi è emersa una prima conferma della ‘’debolezza’’ economico-finanziaria di molte delle iniziative editoriali presenti in Toscana e della frequente sovrapposizione fra ruoli giornalistici e ruoli imprenditoriali nelle stesse persone. L'on line, secondo il parere diffuso dei partecipanti all'incontro, si conferma anche in Toscana, un giornalismo di frontiera, e un accesso ad un segmento imprenditoriale in via di formazione; considerato dalla grande maggioranza degli intervenuti anche una possibile ricchezza e un orizzonte molto interessante per il futuro. Un quadro che, secondo alcuni, dovrebbe spingere a un realismo coraggioso da parte delle istituzioni del giornalismo italiano (primo fra tutti il sindacato), per non correre il pericolo di arroccarsi inutilmente nella difesa dell’ assetto attuale della professione, perdendo di vista l'enorme e ancora quasi del tutto incontaminato palcoscenico del giornalismo digitale. Dall’ incontro è emersa anche una forte richiesta di formazione per gli addetti, un campo su cui il sindacato – come ha poi spiegato Paolo Ciampi, presidente dell’ Ast – può avere un ruolo molto importante, anche in raccordo con la Regione e gli altri enti locali. Un settore, quello della formazione, che è stato definito strategico anche da Gherardi dell’ Anso, per il futuro della professione giornalistica e per tutto il comparto digitale, indicando come l’ atteggiamento ‘’laico’’ dell’ Ast sulla questione digitale apra forti possibilità di convergenza con le aziende nell’ affrontare i problemi
Di Admin (del 27/02/2011 @ 19:59:29, in INTERNET TV, linkato 2054 volte)
VIDEONEWSTV: OGGI 27 FEBBRAIO 2011 RAGGIUNTI E SUPERATI
2.000.000 DI VISITATORI!
VIDEONEWSTV E' ANCHE SU YOU TUBE, LIVESTREAM, CURRENT, FACEBOOK, TWITTER E RADIO RADICALE...
Da quattro anni abbiamo scelto Internet per la nostra professione di giornalisti e autori. E' stata una scelta necessaria ma consapevole. E permetteci una piccola riflessione.
Abbiamo letto di recente:
..." Abbiamo finalmente capito che Internet non è una rete di computer ma un intreccio infinito di persone"...Queste sono le prime parole del manifesto con cui, nel 2009, Internet è stata candidata al premio Nobel per la Pace. Beh, forse il premio Nobel per la pace è un po' troppo.
Adesso esce un libro, Internet è un dono di Dio, frase del dissidente cinese Liu Xiaobo, attivo da molti anni nella difesa dei diritti umani sulla scena nazionale del suo Paese.
Il volume racconta il manifesto e la campagna di Internet for Peace.
Possiamo capire le motivazioni che hanno spinto a questa provocazione un dissidente di un paese, la Cina che rifiuta per i suoi cittadini le libertà più elementari.
E non neghiamo che Internet sia un eccezionale strumento di comunicazione, anche nei casi in cui necessiti aiuto e solidarietà ( a proposito, vi ricordate l'insostituibile funzione di comunicazione e solidarietà che avevano i radioamatori di un tempo?)
Ma attenzione: Internet può essere estremamente pericoloso.
Su Internet si trova di tutto, i pericoli di Internet si chiamano pedofilia, furto, truffa, prostituzione, riciclaggio, terrorismo, hacking, phishing, dialer, Spyware, Sniffing.
Internet non si fermerà, (tranne forse a causa degli effetti della gigantesca tempesta solare annunciata dal responsabile NASA Richard Fisher per il 2013 ....) e solo un uso consapevole di questa fenomenale rivoluzione tecnologica ci conserverà responsabili. Attenzione all'uso che ne fate e ai pericoli nascosti....
AL VIA IL MEETING DELLE MICRO WEB TV CENTINAIA DI ANTENNE SI CONFRONTANO TRA TIMORI DI CHIUSURA E AMBIZIONI
Appuntamento giovedì 2 e venerdì 3 dicembre all'Università IULM di Milano
Il 29 Novembre diretta su Altratv.tv
Riceviamo e pubblichiamo:
Attesa per il IV^ meeting, anche a seguito dei pronunciamenti AgCom sui regolamenti attuativi del Romani. A rischio la metà dei canali. Tra i relatori del meeting Gaffuri (Rainet), Freccero (Rai), Pratellesi (Conde Nast), Fiacco (MTV), Canova (IULM), Calvi (Sipra), Casaleggio. Nella prima giornata tavola d'apertura sui media indipendenti e tre panel: media digitali degli stranieri, antenne della solidarietà e web tv di denuncia. Nella seconda giornata la tavola rotonda sul citizen journalism all'italiana e la premiazione dei vincitori dei Teletopi 2010, gli oscar delle micro web tv. Il riconoscimento dal presidente di giuria Carmen Lasorella .
Attesa per la quarta edizione del meeting delle micro web tv italiane “Paese che vai”, che si terrà a Milano all'Università IULM giovedì 2 e venerdì 3 dicembre 2010. Il programma completo è scaricabile su www.paesechevai.tv. L'annuale appuntamento che coinvolge i canali accesi dai cittadini videomaker e le piattaforme dal basso quest'anno punta i riflettori sulle normative di regolamentazione attuativa del Decreto Romani in recepimento all'AgCom: «Se passassero i regolamenti attuativi del Decreto Romani stimiamo che la metà dei canali rischierebbe la chiusura», precisa Giampaolo Colletti, Presidente della federazioe delle micro web tv FEMI. L'allarme sarà rilanciato nel corso della due-giorni anche da esperti. L'AgCom sembra aver determinato il rimborso spese per l'istruttoria che ogni aspirante editore di contenuti audiovisivi dovrebbe sostenere. «Non è ancora chiaro quali siano i destinatari reali di questa autorizzazione, ma sembra prefigurarsi una selezione sulla base di palinsesti "leggeri" o "pesanti" analizzati sulle ore di programmazione», ha affermato l'avv. Guido Scorza. Istituto per le politiche dell'innovazione. Scorza segue l'evolversi della questione per la FEMI e sarà presente nella due giorni. Piccoli, liberi, indipendenti. E ora anche a rischio. La voglia di videoraccontare ciò che accade sottocasa, di denunciare le illegalità diffuse di creare un filo diretto tra i cittadini e le amministrazioni locali. Sono questi alcuni degli obiettivi del citizen journalism all'italiana. Ad oggi l'osservatorio delle micro web tv Altratv.tv ha geolocalizzato le antenne italiane: nel corso del meeting la presentazione del nuovo monitoraggio, con il lancio della nuova mappa e le anticipazione della ricerca Netizen 2010. Nel meeting sono previsti incontri sui linguaggi del giornalismo in rete, sui modelli di business e sui temi di regolamentazione. Al primo giorno apertura lavori affidata a Gianni Canova (Università IULM), Carlo Freccero (Rai) e Luigi Perissich (Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici). Segue poi la tavola rotonda sui media indipendenti realizzata in collaborazione con il MEI. A confronto Fabrizio Berrini (Aeranti-Corallo), Giordano Sangiorgi (MEI), Giampaolo Colletti (Federazione micro web tv FEMI), Daniele Priori (Il Secolo d'Italia), Tiziana Cavallo (Ustation), Patrick Domanico (Web Radio Association), Luca Ghiardo (Raduni), Claudio Agostoni (Radio Popolare), Gian Giacomo Parigini (Arci), Daniele Di Gennaro (Minimum Fax), Guido Scorza (Istituto per le politiche dell'Innovazione). Interviene in webcam via Skype da Washington Bernardo Parrella (Global Voices). Nel pomeriggio panel specifici sui media degli stranieri creati in rete e nati dal basso, sulle antenne della solidarietà, sulle web tv e piattaforme di denuncia. Al secondo giorno apertura lavori affidata a Federico Ferrazza (Wired), Giampaolo Colletti (FEMI-Al.tratv.tv) e a Vodafone ed Eutelsat. A seguire la tavola rotonda sul citizen journalism con Luigi Casillo (Sky), Tommaso Tessarolo (Current), Paolo Iabichino (Ogilvy), Piero Gaffuri (Rainet), Marco Pratellesi (Condé Nast), Axel Fiacco (MTV), Gianroberto Casaleggio (Casaleggio Associati), Maria Cristina Milano (Enel), Pieranna Calvi (Sipra), Roberto Santi (Formez PA), Francesco Bevivino (Streamit).
In mattinata anche l'attesa premiazione dei Teletopi 2010, gli oscar delle micro web tv italiane. Quest'anno gareggiano 94 canali suddivisi in 8 categorie. I riconoscimenti verranno consegnati dal Presidente di giuria Carmen Lasorella. Sul podio anche un laureato autore di una tesi di laurea sul citizen journalism, analizzata e premiata da Ipazia Preveggenza Tecnologica. Nel pomeriggio, chiuderanno i lavori tre workshop specifici dedicati ai canali iscritti. Paese che vai è il meeting nazionale delle micro web tv, evento ideato e diretto dall'osservatorio interuniversitario Altratv.tv e dalla Federazione delle micro web tv FEMI. È un evento promosso da Nòva24-Sole24Ore, Eutelsat, Ipazia Preveggenza Tecnologica, Vodafone, Movi&CO, The Blog TV, Università IULM.