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Clicca per leggere:DUE VOCI FUORI DAL CORO DELLE VELINE DI STATO UNA E' QUELLA DI TRAVAGLIO L'ALTRA DI UNA IMPRENDITRICE DI RECANATI CHE SI RIBELLA ALL'OBBLIGO DI PASSAPORTO VERDE.
Di Admin (del 04/09/2021 @ 22:31:50, in critica politica, linkato 254 volte)
Nello squallido panorama di qualunquismo tutto aggiaccato sulle VELINE DI GOVERNO circa la pandemia da Covid-19 ed annessi e connessi come passaporto verde e ventilata vaccinazioe OBBLIGATORIA ecco che chi di volontà potrà andare a leggersi l'editoriale di MARCO TAVAGLIO di oggi sul "Fatto Quotidiano" dal titolo " effetto boomerang" per APRIRSI UN POCHINO LA MENTE,se vorrà farlo.In esso vengono criticate con il consueto acume certe ventilate ipotesi di obblighi vaccinali nonchè smentite certe credenze del tipo : " il passaporto verde garantisce zone protette dal Covid" Ma a me interessa di più mettere in risalto la iniziativa della dirigente della Fonderia SAMPRESS di Recanati, Silvia Natalini che da SPONSOR della NOVA VOLLEY LORETO ha annunciato il RITIRO DELLA SPONSORIZZAZIONE OPPONENDOSI AI PROTOCOLLI IMPOSTI IN TEMA DI PASSAPORTO VERDE PER TUTTI I TESSERATI Finalmente una persona che esce dal coro!Ed ha anche aggiunto che si aspetterebbe che altre 5 mila Società lo facessero.... I motivi? Molto interessanti e perfettamente adatti ad aprire le menti aggiaccate sul qualunquismo da 3 soldi. Scrive la Sig.ra Natalini: 1) Richiedere il Green Pass agli atleti per partecipare agli allenamenti e al campionato, costringe gli atleti non vaccinati ad effettuare un tampone ogni 48h (pratica invasiva ed onerosa), di fatto equivale ad obbligarli a sottoporsi alla vaccinazione. 2) Il Consiglio d’Europa n. 2361/2021 – Reg. UE 953/2021 al punto 7.3 stabilisce di assicurarsi che i cittadini siano informati che la vaccinazione non è obbligatoria e che nessuno è politicamente, socialmente o altrimenti sottoposto a pressioni per farsi vaccinare; al punto 7.3.2 stabilisce di garantire che nessuno sia discriminato per non essere stato vaccinato. 3) L’efficacia di protezione dalla malattia del vaccino Covid-19 non corrisponde al tanto pubblicizzato 95% come sostenuto inizialmente dalle aziende farmaceutiche produttrici, ma viene in realtà stimata, grazie ai dati sperimentali ad oggi disponibili, tra il 19% e il 29%. Le stesse aziende farmaceutiche, che non si assumono alcuna responsabilità sugli effetti di tale vaccinazione e che vengono protette da scudi penali, dichiarano che i vaccini previsti per il Covid-19 non sono mai completamente efficaci. 4) I vaccinati si ammalano e trasmettono la malattia anche dopo il completamento della vaccinazione con la seconda dose. Se dunque i vaccinati possono diffondere il virus, il Green Pass non è uno strumento di sanità pubblica, bensì uno strumento di discriminazione nei confronti di chi ha liberamente scelto di non essere vaccinato. Inoltre, anche in presenza di immunizzazione, ad oggi non si hanno dati sulla sua durata. 5) Il consenso alla vaccinazione deve essere libero ed informato. Purtroppo attualmente il consenso è basato su dati incompleti, in via di acquisizione, poiché trattasi di siero genico sperimentale. I prodotti sperimentali possono essere autorizzati al commercio solo in assenza di cure alternative valide (articolo 4 Regolamento CE 507/2006). Appare evidente l’esistenza di cure efficaci come il plasma iperimmune, la idrossiclorochina, i cortisonici, l’eparina a basso peso molecolare e certi antibiotici, oltre alle cure di prevenzione e alle cure domiciliari precoci che non giustificano l’imposizione vaccinale che, ad oggi, è attuata attraverso la sottrazione ai cittadini di libertà fondamentali. 6) Il vaccino Covid-19 è frutto di una tecnica genica sperimentale innovativa, di cui non si conoscono ancora gli effetti a breve, medio e lungo termine. Aggravante è non aver istituito la farmacovigilanza attiva per verificare in maniera scientifica le reazioni avverse e gli effetti a medio e lungo termine. 7) Nella fascia di età dell’infanzia-adolescenza e giovinezza il rischio di eventi avversi è deontologicamente inaccettabile. Obbligare a una sperimentazione e volerla condurre su bambini e ragazzi è inaccettabile ed incomprensibile da parte di una associazione sportiva che dovrebbe promuovere lo sport come pratica salutare per il corpo e la mente. Essendo tutto quanto ciò premesso, notorio o scientificamente provato ed incontrovertibile mi sarei aspettata di vedere le 5.000 società di pallavolo italiane opporsi a questi protocolli che si scontrano con i vigenti regolamenti europei e limitano le libertà dei cittadini. Invece nessuna di queste si è posta il problema. Di coscienza mi sono sentita in dovere di intervenire a tutela dei diritti dei ragazzi”. Che ne dite? Sono argomenti totalmente da condividere!